Questo mese ho incontrato Cristina Cordioli, una donna sorridente e sempre solare, che nel 2000, insieme al marito Franco, ha avviato la sua attività di agricoltura biologica a Vigasio. Il nome scelto racchiude in sé tutto l'essenziale: 2Mila Bio, un nome che è una dichiarazione d'intenti e un conteggio preciso del tempo che passa.
In realtà la loro storia inizia un paio di anni prima, quando Cristina e Franco hanno iniziato a coltivare il campo del nonno, per passione, mantenendo però le loro diverse occupazioni e avviando la procedura di certificazione bio. Eravamo nel pieno dell'epidemia della mucca pazza, quando arrivò la certificazione e i due coniugi lasciarono i rispettivi lavori "sicuri" e si buttarono di petto in questa nuova avventura. Nel frattempo sono passati tredici anni e sono arrivati due figli, che ogni tanto "aiutano" i genitori nei campi (a modo loro: più che altro pasticciano con la terra, per ora!). Su tre ettari e mezzo Cristina coltiva 48 tipologie diverse di ortaggi, scegliendo rigorosamente solo verdura di stagione. L'unica frutta che trovate da lei è quella che cresce a terra, le cui piante non occupano spazio permanente e non sono così esigenti dal punto di vista delle cure come gli alberi da frutto: in pratica meloni, angurie e fragole.
Cristina ci mette la faccia: è lei che parte la mattina con il camion degli ortaggi e li vende ai clienti de L'Albero e de La Macina, i due negozi che uno o due giorni la settimana le lasciano un intero angolo della loro attività. Perché la vendita diretta? "Perché la gente apprezza il vedere la faccia di chi coltiva le verdure che poi si portano a casa. Poi, quando tornano e mi dicono "è buona come quella del mio orto" o che " l'hanno mangiato anche i miei bambini", quella è una gran bella soddisfazione", dice Cristina. E glielo si legge negli occhi che lo pensa per davvero!
Da due anni 2Mila Bio è un'azienda che coltiva col metodo biodinamico (su cui farò un post a breve, per illustrare le differenze con il metodo biologico) in collaborazione con l'azienda Osiris di Michael Oberausch (che produce mele nelle vicinanze). Franco sostiene che da quando si sono convertiti al biodinamico i clienti dicono che le verdure sono più dolci, "ma a me non basta, sinceramente: voglio ottenere dei risultati più concreti da questo tipo di agricoltura", sottolinea Cristina (ambiziosa!). Ma tutto questo ha un prezzo, perché le coltivazioni di questo tipo richiedono, inevitabilmente, più lavoro manuale rispetto ad una coltivazione fondata sulla chimica: "la settimana scorsa per togliere le erbacce dalle cipolle avrei potuto spruzzare del diserbante e in dieci minuti avrei risolto il problema. Invece ci siamo messi io e Franco a toglierle a mano, come una volta, e ci abbiamo messo tre giorni".